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lavoro con disabile (ovviamente signori della postale mi dissocio muah)

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Öykü Penceresi Metni

  • Zukunnuk dastrunavi baghazzaz minkemullu mekkanikuz!
  • Signore, mi dispiace assai di averla disturbata, ma se sarà tanto gentile da ascoltarmi, penso che potrà capirmi e darmi l’aiuto necessario.Mi chiamo Kraputnyk Armadillynk e vengo dal pianeta Becoda. Ci si possono coltivare solo due cose: il Trond e ilQuazz.
  • Sul nostro noioso pianeta l’unico divertimento è corteggiarsi. Gli abitanti di Becoda sono infatti incredibilmente belli. Almeno, così è scritto nel primo articolodella nostra Costituzione.
  • Noi maschi, come vede, siamo formati da due piedi trond,un corpo quazz, e testa lievemente trondoide da cui sporge un tubo (che non è ilnaso!). Le femmine hanno piccoli piedi quazz, delizioso corpicino trondeggiante etesta alquanto bitrondica
  • La mia femmina si chiama Lukzenerper Graetzenerper Bikzunkenerper. Lukzeccetera è molto giovane, ha diciotto anni becodiani, che corrispondono circa a due telenovele terrestri. Io l’amo, e passeggiare con lei grunka nella grunka per i sentieri del pianeta è la mia unica gioia.
  • Ma avvenne che una notte, mentre eravamo soli nella mia quazzomobile eguardavamo le mille stelle dell’Universo, lei si strinse a me e cominciò a lazigàr. Cheè la cosa più terribile che ti possa capitare su Becoda. Lazigàr è come il vostropiangere, ma noi piangiamo olio, prezioso olio lubrificante,
  • Oh Kraputnyk” disse lei “in vita mia non ho mai ricevuto un regalo. E moriròsenza che nessuno mi abbia fatto un regalo!”Ma come, pensai, se le avevo appena regalato una collana di trond! Già, ma cheregalo poteva essere un trond su quel pianeta maledetto dove non c’erano che trond e quazz
  • Ciò deciso, la sera stessa feci una provvista di filetti di trond in scatola e lanciai la mia astroquazzomobile nei corridoi stellari del Serpentone numero otto, quello che porta all’incrocio Zatopek e da lì al vostro sistema solare. Quindi misi in azione il mio macrocanocchio e lopuntai su di voi.
  • Ahimè, la prima cosa che vidi mi scoraggiò. C’era un grande spazio di pelo verde etutto intorno migliaia di persone che urlavano. In mezzo alcuni esseri vestiti di duecolori diversi si disputavano con i piedi un piccolo trond.
  • Era uno scatolone metallico, ricolmo di oggetti misteriosi fatti con materie, che poi seppi chiamarsi carta plastica e latta. Poi trovai un cilindro rosso rilucente. Era firmato con una scritta trondeggiante che attraverso il mio universibolario decifrai in coco-colo o colo-coco vidi un animale splendido.
  • e delle stoffe preziose e candide con le scritte“supermercato Pam” e “Standa” e ancora oggetti oblunghi e trasparenti, meravigliosisughi odorosi, bucce a spirale, carte frusciami piene di geroglifici. formato da un corpo tutto irsuto di pelo terminante in una lunga coda di legno,
  • Ed ecco la creatura che credevo un uommo balzare via spaventata all’arrivo di un essere rombante grande come venti becodiani, da cui discendono gli uommini, unodei quali mi guarda e dice:“Da quando in qua hanno messo questi nuovi bidoni?”“Boh” dice l’altro, “comunque sembra vuoto.” E mi prende per il naso e mi scosta.“Al lavoro” dice l’altro “buttiamo questa schifezza!” Prendono lo scatolonedelle meraviglie e lo ribaltano nella bocca dell’essere grande.
  • Poi ci saltano su e se nevanno. Lì per lì ci resto male, poi penso: se buttano via questa splendida roba e la disprezzano, figuriamoci che altre cose meravigliose hanno, molto più preziose di queste. Pensando rincuorato alla mia cara Lukzenerper, mi lancio dietro a loro a tuttavelocità sui trondopattini, finché arrivo in città e quasi fondo per lo stupore.
  • Che varietà di forme e di colori! Che regali portentosi ovunque, immobili o semoventi, piccoli o grandi! Questo è il paradiso, mi dico, ma devo restare calmo e scegliere bene, non lasciarmi stordire dall’abbondanza. Anzitutto non voglio un regalo qualsiasi. Voglio un regalo che anche le femmine terrestri ritengano pregiato e importante. Gli uommini li so già riconoscere, adesso devo trovare una femmina terrestre.
  • Come sarà fatta? Entro prudentemente in un locale con la scritta “bartabacchi”. Vedo subito una cosa che potrebbe essere una femmina, una cosa conmolti nasi e un uommo che li tira su e giù, il che da noi vuole dire giboldin,accoppiarsi. Ma poi sento che l’uommo la chiama “macchina del caffè”. Non è lei.Eccola là, la vedo, la femmina. E, bellissima, tutta addobbata di luci colorate, lanciaurla e gridolini mentre un uommo la tiene per i fianchi e la scuote tutta.
  • Se non ègibolàin questo! Improvvisamente però le luci della femmina si spengono e l’uomo ledà un grande calcio e impreca. Come sono violenti dopo aver gibolainato! L’uomo mipassa davanti e lo sento dire:“Quel flipper è un cesso, non si vince mai. E questo cos’è, un nuovo distributoreautomatico?” E mi tocca il naso .
  • “Boh” fa l’uomo che maneggia la macchina del caffè “che ne so, l’avrà messo lì ilpadrone. Ehi, guarda lì fuori che femmina sta passando! “Ci siamo! Guardo dove guardano i due uomini. Stanno passando due cose: una èuna cosa gialla con la scritta taxi. L’altra è un uomo con più trond davanti, dei bei filicolorati in testa e gli occhi più vivaci. Mi metto a seguirla discretamente finché nonincontra una simile a lei. Le dice:“Lo vedi quel coso dietro di noi? Le pensano tutte ormai per fare pubblicità allelavatrici.” Che sia io il coso?
  • Poi la prima femmina si ferma ed esclama:“Che auto! Cosa darei per averne una così!”Quella che chiama auto è una quazzomobile che fa molto più fumo e rumore. Unpo’ ingombrante da regalare, ma se piace tanto... Le auto stanno tutte ferme in fila.Dentro uommini e femmine suonano una nota picchiando un tasto che sta al centro diun trond. Stanno ore e ore a suonare anche se sembrano stanchissimi. Ho capito:l’auto è uno strumento musicale!
  • Dopo un po’ la femmina arriva in un posto con la scritta “parcheggio” e trova lasua auto con un foglietto giallo sul vetro. Sarà lo spartito per suonare, penso, invecela femmina si arrabbia, straccia il foglietto e urla:“Ingorghi, traffico e adesso anche la multa! Piuttosto che andare ancora in auto labutto in un burrone! Bisognerebbe bruciarle tutte, le auto!” E se ne va, senza neanchesuonare.Ahi, ahi! Non è un gran regalo, allora.Mi metto a seguire un’altra femmina e la vedo che incontra un uommo.
  • Entrano inun mangiaquazz. Mi infilo dentro anch’io: ho imparato che se sto immobile nessunodice niente, tutt’al più cercano di darmi da mangiare delle monete. Aguzzo bene leorkekkys e sento la femmina che dice:“Caro, questo è il regalo più bello che potevi farmi... è splendido, non ho parole” elo bacia.Piano piano mi infilo sotto il loro tavolo. Guardo, e sapete che cosa ha in mano lafemmina? Un astuccio nero con dentro una collana di quazz, quelle pietrinetrasparenti che a Becoda troviamo a migliaia nella cenere. Bel regalo davvero!
  • Deluso, decido di farmi ispirare dalla televisione, perché anche qui come aBecoda dovrebbe dire quasi la verità. Analizzo tre ore di telegiornali terrestri col miocomputer analogico-galattico e il risultato è che il regalo che tutti vogliono, di cuitutti parlano e che tutti ritengono indispensabile e auspicabile è: “fatti”.Entro perciò in un negozietto con la scritta: “Abbiamo tutto” e senza esitare dico:“Mi dia subito due fatti, uno per me e uno per la mia fidanzata. E mi raccomando:fatti, non parole.”
  • L’uommo mi guarda torvo e dice:“Guardi, io non so se lei è un robot o un nano pagato da qualche partito politico,ma le dico che ne ho piene le palle di propaganda elettorale.”“Un momento, ripeta” cerco di dire, ma altri uommini entrano nella discussione ealzano la voce, e poco dopo cominciano a litigare e a tirarsi dei quazz in testa. Miallontano proprio stufo. Cammina cammina, esco dalla città e arrivo da queste parti.
  • Penso di caricare sulla astromobile uno di quei tappeti grigi che chiamate strade.Ma è pesante da arrotolare. Oppure potrei prendere una fetta di pelo verde. Ma nonho capito nulla della terra e rischierei di portar via un regalo da poco. Tuttiriderebbero di me e della mia Lukz. Che scoraggiamento! In quell’istante sento alcunipiccoli di uommo che parlano tra loro:“Che sete” dice uno.“Cosa darei per un chinotto” dice l’altro
  • “Pensa” dice il terzo “che regalo se qualcuno ce lo portasse qui...”Stavolta metto su addirittura la turboelica da spostamento rapido e volo al primonegozio. Sono pronto a usare anche il cannone fotonico. Al banco c’è una donninacon due quazz di vetro davanti agli occhi.“Femmina” dico “mi dia tutti i chinotti che ha.”“Sei strano, bambino” dice, e anche lei mi tocca il naso (che non è il naso). “Me nesono rimasti quattro, ti bastano?”“Szyp” dico io.
  • Duemilaquattrocento lire.”Ahi, a questo non avevo pensato! Però ho un’idea: le metto in mano due o tre diquei quazz brilluccicanti che piacevano tanto all’altra femmina. La vedo sbiancare eammutolire. Fatto! Volo indietro e atterro davanti ai tre piccoli di uommo.“Ehi, che buffo” dicono “che cosa sei?”“Sono il robotto del concorso vinci il chinotto” dico “e voi ne avete vinti tre, unoper uno.”“Uahu!” grida il primo.“Grande! “ ulula il secondo.
  • “Che felicità” dice il terzo, e si mettono subito a romperli finché non esce l’olio ese lo bevono. Tutti uguali i bambini.“Ma insomma” chiedo “è un bel regalo o no?”“È il più bel regalo che potevo aspettarmi oggi” dice il primo.“È un regalo meraviglioso” conferma il secondo.“Adesso sto proprio bene” dice il terzo.Stavolta è fatta. Ci salutiamo: loro sventolano le mani e io sventolo il naso, quellovero, che ce l’ho a destra in basso. Torno alla mia quazzomobile a rimirare il chinotto che ho tenuto per Lukz
  • Che bello, che trasparenza, con l’olio scuro che si muovedentro, e che odore stupendo. In cima c’è anche un gioiello trondo merlettato e lascritta “Chinotto” in lettere rosso fuoco. Che regalo da portare al collo o in testa, onelle orkekkys, che regalo per il mio amore!Accidenti! Ho così fretta di tornare a casa che ingolfo il motore e la quazzomobilesi blocca.
  • Ora lei mi ha trovato, signore, e so bene cosa vuole: lei vuole il mioprezioso chinotto. Ma la prego, prenda qualsiasi altra cosa, tutti i miei quazz brillanti,la mia calotta cranica, il pezzo della quazzomobile che le piace di più, il volante insimiltrond o l’astrocane che fa sì sì con la testa, le do tutto quanto ma, la prego, milasci il chinotto! Lukzenerper mi aspetta.― Signor Kraputnyk ― gli rispondo io ― non solo non voglio portarle via ilchinotto, ma a nome del popolo terrestre le consegno in più un mio regalo personale:è un optional del chinotto
  • ma a nome del popolo terrestre le consegno in più un mio regalo personale:è un optional del chinotto. Se un giorno lei volesse far sentire l’odore del chinottoagli amici, faccia leva con questo e il contenitore si aprirà...― Bellissimo oggetto. E come si chiama?― Apribottiglie.― A-pree-bok-thiglie ― ripete il becodiano, commosso. ― Grazie, è troppo perme. Chissà quanto costa!Via via, gli dico, non ci pensi e torni a casa che la aspettano. Con la miacinquecento gli do una bella spinta.
  • Quindi decisi di prendere la mia navicella e ritornare il suo Becoda, il mio pianeta
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