O dolce lume a cui fidanza i' entro per lo novo cammin, tu ne conduci come condur si vuol quinc' entro. Tu scaldi il mondo, tu sovr'esso luci; ...
GLI ESEMPI DI UMILTA'
Vinum non habent
I' sono Oreste
Oh! Padre, che voci son queste?
Amate da cui male aveste
Di vil cilicio mi parean coperti, e l'un sofferia l'altro con la spalla, e tutti da la ripa eran sofferti.
INCONTRO CON GLI INVIDIOSI
Dante e Virgilio arrivano nella cornice degli invidiosi.Virgilio chiede al Sole di fare loro da guida.
INCONTRO CON SAPIA
Parla, e sie breve e arguto
I due poeti sentono volare sopra di loro gli spiriti che invocano la carità. Sentono la voce di Maria alle Nozze di Cana e quella di Oreste.Odono poi una terza anima purgante recitare la preghiera.
IL PECCATO DI SAPIA
Omai più non ti temo!
Dante vede le anime sedute e appoggiate alla parete della montagna. Una volta vista la pena si commuove. Questi infatti, rivestiti di cilicio, sono ciechi poiché hanno gli occhi cuciti con il filo di ferro.
CONFESSIONE DI DANTE
Dante desideroso di parlare, ottiene il permesso da Virgilio.Definisce le anime invidiose come spiriti sicuri di vedere la luce divina. Chiede poi se tra loro ci fossero italiani. Gli risponde Sapìa a cui i poeti si avvicinano.
...ditemi, ché mi fia grazioso e caro, s'anima è qui tra voi che sia latina; e forse lei sarà buon s'io l'apparo
Sapìa si presenta dicendo di essere da Siena e che si trova in quel luogo per fare ammenda delle sue colpe.Anche se si chiama Sapìa infatti lei non è saggia poiché nel conflitto a Colle d'Elsa pregò Dio per la sconfitta dei suoi. Quando li vide annientati si rivolse a Dio dicendo di non temerlo più.
Eran li cittadin miei presso a Colle in campo giunti co' loro avversari, e io pregava Iddio di quel ch'e' volle.
Dante preannuncia che anche a lui saranno cuciti gli occhi, ma per poco tempo.Afferma poi di temere molto di più il tormento dei superbi, tanto che sente già il peso del macigno.Sapìa poi chiede al poeta di ricordarla nelle sue preghiere e di restaurare la sua fama in Toscana.
Li occhi mi fieno ancor qui tolti, ma picciol tempo, ché poca è l'offesa fatta per essere con invidia vòlti.